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Urban heritage management: planning with history
In: The urban book series
This book explores the in-depth relationship between historic-cultural heritage and landscape, urban, and regional planning. It analyzes recent cultural and discipline positions and addresses research to interpret legacy values and the necessity for conservation within the urban setting. It also presents a method that helps urban planners to implement the suggestions, based on extensive knowledge of topographic methods and urban archaeology, to enhance the shaping and planning of the historic and present-day city. A rapid evolution of techniques and methods that provide innovative planning instruments and contribute to conservation projects involving cities and territories is now being witnessed in urban planning. Actors involved in the planning process use an organic and multidisciplinary vision of techniques and methods to understand the relation between the historic-cultural goods and their settlement context. Through urban archaeology it is now possible to orient?in a systematic way?interventions in the historic centers of European cities and document the origin and evolution of the urban shape, to reconcile renewal demand and preservation of ancient heritage.
Regional Landscape Planning and Local Planning. Insights from the Italian Context
Landscape has acquired great importance in the urban and territorial policies of European countries after the European Landscape Convention. Italy has a long tradition in the protection of landscape and cultural heritage, characterised by a particular attention to the history and the identity culture of the communities. The main rule in this field, the Code of Cultural Heritage and Landscape of 2004 (Urbani Code), refers to a mix of environmental, cultural, and social factors belonging to different types of natural and urban landscapes that Regional Landscape Plans have to identify, sharing with local communities. The most important innovation concerns the attempt to overcome the binding and regulatory approach, only focused on protection constraints, in order to generate high awareness about the identity value of landscape and to encourage a more democratic community participation in the landscape policies. The ineffectiveness of landscape policies is often due to the lack of sharing of the landscape vision and planning approaches established at regional level, with local authorities and settled communities. This paper reflects on the topic of inter-institutional collaboration between national, regional, and local authorities, by focusing on the process of adaptation of urban local plans to the regional landscape plans and comparing different regional contexts. The article highlights a strong delay in the approval of regional landscape plans and a relevant inter-institutional conflict in the co-planning phase with the national authority, leading to the ineffectiveness of landscape plans in the transfer of regional landscape planning guidelines to the local landscape scale, with relevant consequences on territorial government, between conservative measures and transformation drivers.
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La stagione paesaggistica della Sardegna tra vincoli e prospettive di sviluppo negate. A che punto siamo?
La stagione della pianificazione paesaggistica ha conosciuto molteplici declinazioni regionali, basate su visioni non sempre coerenti rispetto ai dettami della Convenzione europea e alle istanze delle comunità insediate. I dubbi sull'efficacia di determinate politiche paesaggistiche sono reali e riscontrabili nel caso studio sardo, che rappresenta un'ottima base di riflessione sulle condizioni che hanno profondamente minato la validità e la forza degli assunti metodologici alla base dello strumento paesaggistico. Il Piano paesaggistico della Sardegna nasce all'insegna della tutela attiva, con la preoccupazione fondata di evitare la compromissione del patrimonio costiero. La palese incapacità di procedere al completamento e all'estensione dello strumento all'intero territorio regionale ha determinato l'avvio di un faticoso processo di adeguamento dei piani urbanistici comunali con tutte le difficoltà e le contraddizioni del rapporto tra zone costiere e aree interne. Il lavoro riflette su tali contraddizioni, anche in ragione della mancata discussione e conseguente approvazione della nuova legge urbanistica regionale.
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THE ROLE OF REGULATION IN THE LAND-TAKE CONTROL. THE ITALIAN CASE OF THE METROPOLITAN CITY OF CAGLIARI
In: Land use policy: the international journal covering all aspects of land use, Band 83, S. 270-281
ISSN: 0264-8377
La pianificazione dei centri storici in Sardegna: la sostituzione del tessuto edilizio incongruo per la riqualificazione del paesaggio urbano storico = Historical center planning in Sardinia: the replacement of the inconsistent building fabric for the renovation of the historic landscape
Le politiche di tutela e valorizzazione degli insediamenti storici si sono gradualmente evolute da un approccio prevalentemente conservativo e vincolistico, teso a mantenere inalterata la struttura fisica del tessuto edilizio, ad un approccio flessibile ed argomentativo volto alla riqualificazione del contesto storico paesaggistico. Il Codice Urbani e la Convenzione Europea del Paesaggio promuovono strategie di intervento improntate ad obiettivi di qualità paesaggistica da condividere con le comunità locali attraverso modalità di pianificazione partecipata e consensuale. La Regione Sardegna ha assunto un ruolo chiave nell'implementazione di politiche per il recupero e la riqualificazione dei centri di antica e prima formazione, individuati dal Piano Paesaggistico Regionale (PPR). Tale compito viene affidato essenzialmente al piano particolareggiato, strumento di tipo tradizionale contemplato dalle normative nazionali e regionali. Oltre alle misure di conservazione degli episodi monumentali e dell'edilizia minore con carattere storico tradizionale, la strumentazione urbanistica prevede norme per la riqualificazione dei tessuti alterati che contemplano un complesso di regole insediative, espresse anche mediante abachi, da applicare agli interventi di ristrutturazione o di sostituzione delle unità edilizie e dei tessuti recenti che per densità, rapporti tra pieni e vuoti, altezze, allineamenti e affacci risultino incompatibili con i valori delle preesistenze e del contesto. Tali misure trovano solitamente scarso consenso da parte dei proprietari di immobili legittimamente edificati all'interno del tessuto storico in conformità agli strumenti urbanistici vigenti e successivamente dichiarati dal piano particolareggiato incompatibili. Si tratta di azioni di piano che comporterebbero talvolta una sostanziale perdita economica per il proprietario, in nome del prioritario obiettivo di qualità paesaggistica, e sono destinate a non essere attuate in assenza di una reale convenienza economica per il privato. Nel presente ...
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Nuove prospettive per la rigenerazione urbana e territoriale. Il riuso del patrimonio militare dismesso tra regimi di tutela e opportunità di sviluppo
La necessità di orientare il governo del territorio verso politiche di contenimento del consumo di suolo e di rigenerazione dei tessuti urbani esistenti riporta all'attenzione del dibattito disciplinare il tema del riuso del patrimonio immobiliare pubblico e del rapporto con i processi di pianificazione urbanistica. In tale direzione, si inserisce il caso studio della Città metropolitana di Cagliari, che vanta un ingente ed eterogeneo stock immobiliare pubblico, di cui parte in capo al Ministero della Difesa, intorno al quale si è sviluppato un dibattito politico e un confronto interistituzionale. La discussione verte sull'eventuale dismissione delle funzioni militari per restituire, in parte, tali aree e immobili alle comunità locali. Diversi fattori incidono negativamente sul processo di dismissione e riuso del patrimonio immobiliare pubblico: i regimi vincolistici, che comprendono le tutele storico culturali, ambientali e paesaggistiche; le condizioni previste dagli accordi stipulati tra Regione e Ministero, che subordinano il trasferimento del bene alla riallocazione delle funzioni militari; i ritardi nell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al Piano Paesaggistico Regionale. In un permanente quadro di incertezza normativa e procedurale, il decisore pubblico predilige approcci al riuso e alla valorizzazione degli immobili attraverso progetti che garantiscano la sostenibilità finanziaria dell'operazione e diano risposta a specifiche e puntuali domande sociali, in assenza di un quadro strategico e pianificatorio che possa innescare processi di trasformazione urbana e sviluppo territoriale. Il caso studio cagliaritano riflette sull'adeguamento del piano urbanistico comunale, ragionando sulle ipotesi di dismissione dei beni militari connesse alle politiche territoriali con la finalità di incrementare la qualità urbana ed ecologico - ambientale e, parallelamente, costruire processi di rigenerazione urbana, potenziando i servizi collettivi e le dotazioni eco-territoriali.
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L'esperienza bioregionalista e lo sviluppo delle aree interne. Una possibile applicazione alla regione Ogliastra
Le relazioni ambientali che legano le comunità ai propri ambienti di vita e, soprattutto, l'identificazione e quantificazione dei benefici economici, sociali e culturali che le stesse traggono da essi in termini di servizi ecosistemici, sono divenute centrali nella pianificazione territoriale. La polarizzazione delle dinamiche di sviluppo attorno alle grandi città, tuttavia, continua a minare l'efficacia dei piani inibendo l'attivazione del capitale territoriale nelle aree rurali, definite al negativo 'aree interne'. I sistemi agro-forestali non sono più utilizzati, il capitale edilizio cade in disuso, le conoscenze e le pratiche di manutenzione del territorio non si tramandano e si perdono generando i 'paesaggi dell'abbandono'. I costi sociali degli attuali processi di produzione e di consumo divengono palesi e manifesti: dal dissesto idrogeologico, alla perdita di diversità biologica sino alla carenza dei servizi fondamentali di base per le comunità insediate (istruzione, sanità, mobilità, connettività virtuale — accesso a Internet). Nelle politiche pubbliche per le aree interne, tuttavia, l'approccio al governo delle trasformazioni territoriali non evolve e resta subordinato a fattori e domande esogene di crescita quantitativa, indifferenti alle specificità dei contesti e dei luoghi e alle loro interazioni. In risposta all'attuale policy-making, alcune comunità unitamente al mondo accademico lavorano per costruire modelli alternativi di pianificazione, basati sulla riscoperta e la valorizzazione delle produzioni tradizionali e delle pratiche sociali ad esse connesse, intese come ambiti spaziali allargati di beni comuni. Partendo dal concetto stesso di 'area interna' e dalle modalità con cui esso è stato declinato nella pianificazione passata, il contributo propone una riflessione sui modelli adottati nelle politiche pubbliche e nella pianificazione ordinaria e sulle loro relazioni con altri modelli alternativi bottom-up per lo sviluppo locale analizzando, attraverso l'esperienza sarda, il loro potenziale supporto all'ammodernamento delle politiche per lo sviluppo locale e per il governo del territorio.
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